DONNEINCAMPO LOMBARDIA: VIAGGIO IN CAMPO IN TRENTINO ALTO ADIGE / SUD TIROLO


25/10/2024

23-24-25 Ottobre 2024 - 

Il racconto: Partiamo quest'anno in un gruppo molto numeroso in visita alle realtà del Trentino Alto Adige, con il desiderio di incontrare le contadine dell'Associazione delle Donne coltivatrici sudtirolesi, la più grande organizzazione femminile in Alto Adige che conta ben 16.700 donne, organizzate in gruppi locali con referenti nei vari distretti territoriali. Sono ambasciatrici dei prodotti agricoli, docenti di corsi nelle scuole, di artigianato, cucina e catering nei masi familiari. La natura con i colori autunnali, i prati, i pascoli, i boschi, ma anche le vigne, i frutteti e gli orti ci hanno accompagnato nel viaggio dandoci la sensazione di essere in luoghi dove la cura per l'ambiente e il paesaggio è patrimonio diffuso e consolidato. La prima azienda visitata, Cibi Mundi, si trova in provincia di Trento, a Ravina. E’ condotta da due giovani, Emili e Samuele Piffer che, con l'aiuto dei genitori, hanno costruito una stalla dove allevano capre, molto bella e funzionale, con annesso un piccolo caseificio aziendale. Hanno avviato un sistema di vendita diretta alle famiglie dei prodotti coltivati nell'orto, oltre agli asparagi, formaggi, passata di pomodoro, crauti e verdure conservate. Tanto entusiasmo, idee, una famiglia aperta con tanti bambini e amore per gli animali, auguriamo loro di continuare a coltivare la passione per l'agricoltura. Qui abbiamo il piacere di incontrare la Presidente Donne in Campo Trentino Marisa Corradi con la coordinatrice Francesca Eccher, per uno scambio di idee e lavori futuri. Partiamo poi verso Bressanone e ci fermiamo per una sosta nella bella cittadina medievale di Chiusa, nella valle Isarco, dove visitiamo il Museo civico ubicato in un antico convento dei Cappuccini e ci fermiamo a cenare e a dormire nel maso Saderhof, molto accogliente e sede anche di una festa in occasione del Torggelen, tipica manifestazione di fine ottobre al termine della vendemmia e della raccolta delle castagne. Qui ci rendiamo conto di quanto sia forte l'identità sud tirolese e molto limitato l'uso della lingua italiana. La mattina seguente è dedicata alla visita di Bressanone col sontuoso Duomo in stile barocco e il Chiostro romanico con affreschi medievali. Ci dirigiamo quindi al Maso Niederhuben di Jolanda Hinteregger, nella splendida valle di Luson. Jolanda è una quarantenne molto simpatica e accogliente, ha ereditato il Maso in quanto donna interessata tra le sorelle a continuare l'attività che vede la sua famiglia storicamente attiva nella valle. Si occupa della gestione della mandria di vacche frisone, della mungitura, fecondazione e gestione dei parti, aiutata occasionalmente dal padre e dal marito, soprattutto nel periodo della raccolta del fieno. Ha tre figli e sembra svolgere tutto questo lavoro con una serenità e passione che ci lascia ammirate, soprattutto quando assaggiamo tutto quello che ci ha preparato! Integra infatti il reddito con un servizio di catering gestito con un'altra contadina, preparando buffet e merende. Il termine ”contadino”, che da noi è ormai snobbato, è invece motivo di orgoglio e identità culturale in Sud Tirolo. L'attenzione alla comunità dei villaggi crea legami molto stretti tra chi fa agricoltura e chi si occupa di altri lavori. La forte impronta agricola culturale fa del maso un punto di riferimento per le comunità locali e costituisce un presidio di difesa, cura e attenzione agli ambiti territoriali. Lasciamo Jolanda e ci spostiamo nella valle di Funes. Lasciando i boschi raggiungiamo la cittadina di Santa Magdalena e il piccolo villaggio di Villnoss dove, in un paesaggio splendido sotto le cime del gruppo delle Odle, si trova il Maso di Elisabeth Kaufman. La sorpresa per noi è davvero grande: a 1300 metri di altezza, a fine Ottobre, l'orto giardino che ha creato sembra un piccolo paradiso. Gli ortaggi e i fiori, coltivati insieme e in sinergia, traggono forza a vicenda e ,con la fortuna di non avere insetti nocivi , tutto sembra perfetto e in sintonia con la natura. Elisabeth fornisce di verdura i ristoranti locali, e di fiori, freschi e secchi un fiorista. Il suo segreto è riseminare più volte l'anno anche fiori che noi pensiamo stagionali e, probabilmente il microclima particolare in cui il suo Maso è situato, crea le condizioni adatte anche per raccogliere i semi o lasciarli cadere direttamente sul terreno. Sotto il Maso ha creato un terrazzamento e in cima una piccola serra a vetri che serve anche per allestire merende e buffet nella bella stagione. Anche Elisabeth ha tre figli e fa tutto questo da sola, allevando anche pecore dagli occhiali, una razza che si era quasi estinta ed è stata recuperata da un gruppo di appassionati allevatori. Viene aiutata occasionalmente dal marito per la raccolta delle patate e del fieno. Proviene da una storica famiglia contadina che possiede un Maso in un'altra valle, ma qui lei ha voluto intraprendere una nuova attività, frutto di un progetto davvero unico e originale. Tornando verso il paese abbiamo la possibilità di fermarci al centro visite del Parco Naturale PUEZ-ODLE, piccolo museo dedicato alla montagna, dove è possibile camminare su un'immensa fotogafia aerea del parco, ammirando l'area protetta dalla prospettiva di un uccello. E' possibile vedere un breve filmato-intervista a Reinhold Messner, e un film sul parco Naturale. In serata, durante la cena, abbiamo avuto il piacere e l’onore di incontrare Antonia Egger Mair, Presidente dell’Associazione Donne coltivatrici sudtirolesi, che sostiene le preoccupazioni delle donne contadine in ambito politico, culturale e sociale. Abbiamo constatato che i progetti e le attività sviluppate da loro da anni sono in sintonia con le nostre tematiche, anche se ci siamo rese conto che loro possono contare su un forte sostegno da parte dell'organizzazione agricola regionale. Dedicano inoltre molto tempo ai progetti culturali nelle scuole sui temi dell'alimentazione e delle tradizioni locali.

L'indomani partiamo verso Bolzano e ci fermiamo a visitare il Maso Hochklaus di Elisabeth Pichler, a Prato all'Isarco, situato tra i boschi di castagni. Il paesaggio si apre anche su terrazzamenti coltivati a vite e a piccoli frutteti. Il figlio Klaus ha da qualche anno ereditato un Maso vicino e, dopo aver fatto esperienze in Francia, Inghilterra e Australia, ha deciso di prendere in consegna le vigne e applicare nella coltivazione i principi dell'agricoltura biologica e biodinamica. Molto appassionato e competente ci spiega la tecnica della fermentazione del vino in anfore di terracotta dove la maturazione avviene in almeno ventidue mesi, il tempo necessario per chiarificare il prodotto senza filtrazione. Con questa tecnica il prodotto non ha sentore di legno ed è questa una tecnica che avevamo visto applicata anche nel nostro viaggio in Friuli al confine con la Slovenia. Per la raccolta dell'uva Klaus si avvale dell'aiuto degli studenti dell'Università di Bolzano. Ci offre una degustazione e poi con Elisabeth passiamo alla dimostrazione della preparazione dei canederli, piatto tipico locale. Veniamo accolte all'interno di un fienile in cui si svolge un'attività di ristorazione per qualche mese all'anno. Con l'associazione sud tirolese Elisabeth si presta spesso ad attività di divulgazione dei lavori nei Masi, con corsi di cucina e di preparazione dei raccolti prodotti in fattoria. I canederli sono buonissimi e così il mosto di vino servitoci con le caldarroste. Il nostro viaggio volge al termine, lasciamo luoghi ricchi di tradizioni dove la cultura contadina, la cura per l'ambiente e il paesaggio sono valori acquisiti e consolidati nel tempo. Qui ci sembra che le contadine siano al centro dell'organizzazione familiare e vengano molto stimate per tutto il lavoro che svolgono. Resta vivo in noi il ricordo di visi con occhi splendenti di una serenità interiore che si trasmette all’esterno. Visi di donne dotate di caparbietà, tenacia, capacità e determinazione nel portare avanti il loro lavoro con grande orgoglio e passione. 

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